Una scena di straordinaria spontaneità ha catturato l’attenzione del pubblico nella puntata di Uno Mattina Estate andata in onda lunedì 30 giugno, quando Alessandro Greco è stato colto nel bel mezzo di un irresistibile peccato di gola. Durante il rientro dalla pubblicità,
il conduttore si è trovato davanti alle telecamere intento a finire di masticare: “Non ho resistito”, ha detto con disarmante sincerità, ancora con la bocca piena.
Greco ha spiegato subito il contesto di quella sua debolezza, rievocando i blocchi precedenti del programma che avevano già messo a dura prova la sua forza di volontà: “Ho rinunciato prima al gelato, non ho mangiato i fichi ma come si fa a resistere qui di fronte a questo cibo degli dei”, ha raccontato. L’occasione, del resto, era davvero appetitosa: la trasmissione stava celebrando le eccellenze casearie della Campania, con una particolare attenzione alla celebre mozzarella di bufala.
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Alessandro Greco, il fuoriprogramma a Uno Mattina Estate
Accanto a lui, l’inviata Arianna Ciampoli ha mostrato in collegamento esterno le numerose varianti della tradizione campana: dalla classica bufala alla burrata, passando per il fior di latte e la stracciatella. Un vero e proprio viaggio tra i sapori e le consistenze che fanno della mozzarella un patrimonio del gusto italiano. In questo contesto, quel boccone “fuori copione” ha avuto il sapore della genuinità, aggiungendo una nota di autenticità alla diretta del mattino.

Recuperata la compostezza dopo il goloso intermezzo, Greco ha accompagnato i telespettatori in un racconto sorprendente, rievocando la leggenda che da secoli aleggia intorno alla nascita della mozzarella di Battipaglia. Una storia che intreccia gastronomia e mitologia, portando lo spettatore indietro nel tempo fino alle paludi della piana campana, dove – secondo la tradizione – viveva la ninfa etrusca Baptì-Palìa.


Questa creatura mitica, custode del segreto della “Mozzata di Bufala”, era solita mungere le bufale selvatiche all’alba, per poi eseguire un misterioso rituale che culminava con la “mozzatura” della cagliata, da cui nascevano le perle lattiginose che oggi tutti conoscono come mozzarelle. Un mito suggestivo, quasi una fiaba gastronomica, che ha saputo affascinare il pubblico e al tempo stesso rendere omaggio a un prodotto simbolo dell’identità e del sapore del Sud Italia.